25-26 GIUGNO 2022 – IRONMAN 2022 NIZZA – FRANCIA

MANZOLI VILLIAM: 809° assoluto classifica maschile

  • 36° posto categoria SM55 col tempo finale di 13h.03’15”
  • Nuoto km.3,8 in 1h.19’46”
  • Bici km.180 in 7h.33’
  • Maratona km.42,195 in 3h.55’45”

Foto e racconto della gara dalla sua amica Angela Legnazzi:
 ” William Mich, You are an Ironman!”, annuncia la voce trionfante dello speaker fra il  tripudio del pubblico in tribuna e a ridosso delle transenne dell’arrivo di Nizza. E cosí per la quinta volta William é un Ironman, ma stavolta uno speciale. Non per i tempi (il suo personal best 10h47′ a Francoforte a 51 anni) , sebbene William abbia finito in 13h03′, correndo la sua adorata Regina, la maratona, in 3h55′. Dall’ultimo Ironman pre-pandemia gli sono accadute diverse disgrazie: il padre é morto, la sua relazione sentimentale é finita, l’anziana madre é diventata disabile e, quel che è peggio, l’infermitá mentale ha preso pieno possesso della sua vita e di quella del figlio che la accudisce. Infine un Covid mal curato un anno fá lo riduce ospedalizzato per polmonite per una settimana ed il recupero compromette tutta l’estate dal punto di vista agonistico. Cosí le vacanze in bici, che prevedevano Alpi e Mont Ventoux, vengono ridimensionate alla sola Provenza, e, terminate le ferie, William si ritrova in nuovi panni, difficili da vestire: figlio, ”marito” e badante della madre, che lo obbliga a sveglie alle 5 perché deve esserci William al mattino a tirarla giú dal letto, William quando dalla sedia a rotelle occorre aiutarla ad alzarsi per andare in bagno, William a lavarla, William a cucinare e a pulire casa per lei ed il fratello, William a metterla a letto, sebbene conviva con l’altro figlio. William, che per fare sport, 3 sport, deve ritagliarsi brandelli di tempo all’alba, a pausa pranzo o prima di preparare la cena, con la madre impazzita che non appena lui o il fratello escono dal suo campo visivo va in ansia, piange e si dispera come se fosse stata abbandonata per sempre…

Eppure William non si è perso d’animo: ha fatto quello che poteva col poco tempo per allenarsi e con la tanta esperienza da ultramaratoneta e skyrunner (Kima in 9h30′ nel 2008). Primo obiettivo 2022 la Milano Marathon, alla quale è un ”sempre-presente”: non c’é il tempo per fare i ”lunghi” ed i “medi” che ci vorrebbero per prepararla bene. Lui lo sa ed usa la strategia della 100km, che pure è nel suo palma res con uno splendido 7h55’al Passatore nel 2006: corre all’alba e di nuovo la sera e nei fine settimana. Sa di poter puntare ”solo” a stare sotto le 3h30′ (suo personal best 2h40′ a Torino a nel 1997) perdendo un quarto d’ora abbondante sulla prestazione precedente. Peró arriva al traguardo, centrando il suo obiettivo! Certo il mal di gambe gli fa capire che l’allenamento non é sufficiente: lui non molla! Ed eccolo quindi alla Sarnico-Lovere, bellissima corsa collinare, che non faceva da anni, poi cominciano le uscite in bici da solo alle 5 del mattino al sabato ed infine i combinati, i due allenamenti in sequenza bici e corsa, durissimi ed indispensabili per le lunghe distanze dell’Ironman, 180km di  bici seguiti da 42km corsa, il tutto, spesso a temperature sopra i 35 gradi. Fá parte della sua preparazione il Triathlon Medio di Lovere (1.9km nuoto, 90km bici, 21km corsa), gara disputata sotto pioggia battente, che, con le sue salite, è preludio di quello che lo aspetta a Nizza. L’ultimo combinato, 2 settimane prima dell’Ironman, viene iniziato da William il Sabato mattina alle 07:30 con un giro bici collinare di 130km  in Brianza e passando da Lecco, allenamento che finisce alla 24 x1 ora di Saronno, gara in pista che William chiude alle 16:00, una corsa sotto un sole infuocato iniziata alle 13.30, dopo la pedalata matutina. Il giorno della grande gara per fortuna il mare é calmo. William è impaziente e, sebbene non velocissimo, nella frazione nuoto, parte tra i primi correndo verso il meraviglioso azzurro del mare di Nizza. All’uscita dall’acqua é totalmente galvanizzato: saluta, sorride, posa spiritoso per le foto e corre verso la zona cambio. Il percorso bici ha 2200 metri di dislivello, con lunghe salite fra i panorami mozzafiato delle Alpi Marittime della Costa Azzurra, che alternano verde a scorci rocciosi e brevissime gallerie naturali spettacolari. Infine una lunga discesa, presa con vento contrario, lo porta alla prova piú difficile, la maratona. Ed è qui che William torna a casa, torna a sé stesso. Se lo vedi correre la maratona all’Ironman, capisci chi è il magazziniere di Limbiate. É in quel momento che il podista della PBM di Bovisio Masciago é perfettamente realizzato, in armonia con se stesso ed esprime tutta la forza ed il coraggio che ha dentro. Va agli Ironman da “pezzente”: bici da principiante, scarpe vecchie, occhialini vecchi, pure la tutina VTT del Valxer Triathlon Team é vecchia, nonostante abbia quella nuova. E non si vergogna! A lui non importa avere le sfavillanti bici da crono con ruote lenticolari e profili alti da migliaia di Euro, i Garmin ed i caschi aeridinamici: lui vuole le sue cose usate, i capelli lunghi, sennó perde le forze, la farfallina ricamata ad uncinetto appuntata al petto e l’orsettino dei monti fissato al manubrio della sua Felt da mille Euro. Al polso nessun GPS, solo un cronometro come quelli che ormai regalano come gadget. Il resto non conta: semplicemente non vede l’ora di partire per il suo viaggio verso se stesso. Durante la corsa William é molto concentrato, col viso tirato, sebbene stia correndo bene e sembri leggero. Certo, anche lui misura quante energie in meno, rispetto a quando, ad una settimana dal suo esordio a all’Ironman di Klagenfurt a 50 anni si era permesso il lusso di andare in bici da casa a Valmasino salendo al Culmine San Pietro e sul Passo San Marco, 166km con quasi 4000 metri di dislivello, mentre i suoi avversari girano le pagine del giornale come fatica massima ad una settimana dall’evento! A 56 anni il tempo inesorabilmente porta via i personal best e la vita toglie sempre di piú: ma William annulla tutto questo, ferma il tempo nella sua amata corsa e nei suoi Ironman, perché é qui che vive la sua essenza.